di Domenico Gangemi, Giuseppe Scarlata, Antonino Napoleone | 22 Gennaio 2020.

Sebbene sia quasi passato un mese dall’avvio delle prime vaccinazioni contro SARS-CoV-2, sono ancora tanti gli interrogativi da parte della popolazione mondiale a cui dare una risposta chiara. Il vaccino garantirà davvero una protezione duratura contro il Coronavirus? E se sì, sarà in grado di permettere il raggiungimento della tanto ambita immunità di gregge? Per decifrare questi quesiti, numerosi gruppi di ricerca sono a lavoro e le sperimentazioni sono ancora in corso pronte per essere valutate dagli enti regolatori a tempo debito.
Nel frattempo, proviamo a rispondere ad un altro importante quesito che riguarda la durata della campagna vaccinale: entro quando tutta la popolazione potrà avere accesso al vaccino?

Disponibilità e distribuzione delle prossime dosi

Ad oggi non vi sono dati di trials clinici che abbiano provato l’efficacia di farmaci specifici contro SARS-CoV-2. Gli scienziati di tutto il mondo hanno concentrato i loro sforzi su possibili approcci che potessero garantire delle soluzioni nel più breve tempo possibile: testare farmaci già disponibili in commercio ed in uso per altri scopi terapeutici, identificare degli anticorpi neutralizzanti specifici contro il virus e utilizzarli per contrastare l’infezione, oppure focalizzarsi sulla prevenzione piuttosto che sulla cura, quindi sullo sviluppo del vaccino.  Al 25 dicembre 2020 erano 13 i vaccini giunti all’ultima fase degli studi clinici (tra cui quelli a mRNA di Pfizer/BioNTech e Moderna, per approfondire: Covid-19 – Qual è l’ingrediente segreto nei vaccini di Pfizer e Moderna?), 52 quelli nelle fasi iniziali degli stessi studi clinici e ben 162 i vaccini in fase pre-clinica di studio1.
Le agenzie regolatorie Food and Drug Administration (FDA) ed European Medicines Agency (EMA), hanno approvato i vaccini di Pfizer/BioNTech e di Moderna, secondo un meccanismo di accesso di emergenza (EUA) che non sottostà alle pratiche usuali di approvazione dei prodotti medicinali. Questa tipologia di autorizzazione viene emanata solo quando sussistano le condizioni di emergenza per giustificare l’uso di farmaci e/o prodotti biotecnologici disponibili, ma solo se certi criteri vengano rispettati e non sussistano altre valide alternative approvate e disponibili. Inoltre, questa decisione straordinaria si basa esclusivamente su prove e dati scientifici che dimostrino che il prodotto può essere efficace e sicuro e che i benefici noti superino i rischi noti e potenziali.
Una volta appurato questo, vista la necessità di accelerare i tempi per poter disporre delle dosi dei vaccini di Pfitzer/BioNTech e Moderna, in via del tutto straordinaria, parallelamente alla realizzazione della sperimentazione clinica, è stata pianificata e avviata la preparazione della loro produzione su scala industriale, ai fini della distribuzione mondiale.

L’Italia ha ricevuto il 13,46% del miliardo e 300 mila dosi che l’Unione Europea si è assicurata dalle varie Aziende produttrici. Le dosi ricevute dall’Italia saranno così distribuite (Tabella 1)2.

Tabella 1. Stima della potenziale quantità di dosi di vaccino disponibili (in milioni) In Italia nel 2021, per trimestre (Q) e per azienda produttrice, in base ad accordi preliminari d’acquisto (APA) sottoscritti dalla Commissione europea e previa Autorizzazione all’Immissione in Commercio

Chi verrà vaccinato per primo? Le categorie per priorità

All’interno della popolazione vi sono delle categorie più a rischio di contrarre e, quindi, di trasmettere il virus e delle categorie in cui COVID-19 presenta un’elevata letalità. Nella fase iniziale di distribuzione a tali categorie è stata e sarà data la priorità nella somministrazione del vaccino:

  1. Operatori sanitari e sociosanitari: non solo sono i soggetti più esposti al virus ma sono anche quelli più a stretto contatto con persone debilitate dal punto di vista immunitario.
  2. Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani (RSA): nella prima ondata pandemica la più alta mortalità si è registrata tra gli anziani delle RSA. I pazienti delle residenze sanitarie necessitano di continua assistenza, pertanto il contatto con il personale infermieristico è più frequente che in altri contesti, con conseguente aumento del rischio di contagio. Il vaccino, prevenendo l’infezione o lo sviluppo di sintomi gravi, in questo contesto più che in altri ha il fine di abbattere il tasso di letalità.
  3. Anziani con età superiore a 80 anni.
  4. Soggetti di età compresa tra 60 e 79 anni.
  5. Soggetti che presentano almeno una malattia cronica.

Numerosi studi hanno dimostrato che la mortalità per COVID-19 è più elevata in soggetti di età avanzata e con pluripatologie3. Questo spiega l’inserimento di tali soggetti nelle ultime tre categorie di priorità.

Con l’aumento delle dosi di vaccino disponibili, verranno vaccinati i soggetti operanti nelle comunità chiuse, quali ad esempio scuole (insegnanti e personale scolastico), carceri e, infine, persone con comorbidità moderate di tutte le età. Verranno così a delinearsi delle fasi di vaccinazione (contraddistinte in Figura 1 dalla lettera T che indica la timeline previsionale) che nell’arco di un periodo più o meno lungo (dipendente dai tempi di autorizzazione delle agenzie regolatorie all’immissione in commercio dei vaccini) porteranno al raggiungimento della copertura vaccinale (tanto auspicata) del 90% dell’intera popolazione, in grado di limitare al minimo la circolazione del virus e di far raggiungere la tanto ambita immunità di gregge.

Figura 1. Volumi di potenziali dosi disponibili e percentuale (%) di copertura della popolazione. I passaggi indicati (T) dipendono dalla tempistica delle approvazioni dell’agenzia di regolamentazione. T1 rappresenta il periodo in cui il volume delle dosi è limitato e la priorità sarà data ai primi gruppi prioritari. Durante T2 il volume delle dosi aumenterebbe e la priorità sarà data agli ultimi gruppi prioritari. Durante il T3 la disponibilità, così come la distribuzione, aumenterà e più persone potranno essere incluse nel programma di vaccinazione fino a raggiungere una maggiore copertura tra la popolazione (T4).

Durata della memoria immunitaria dopo contatto con il virus

È stato più volte sottolineato come SARS-CoV-2 a causa della sua natura a RNA a singolo filamento, sia maggiormente soggetto a sviluppare mutazioni del suo corredo genomico, che possono comportare dei cambiamenti nella struttura del virus stesso, fino a poter dare origine nel tempo a nuovi ceppi (per approfondire: Covid-19 – Niente allarmismi per la nuova variante inglese: cosa c’è da sapere?). Vi è la possibilità, dunque, che il sistema immunitario venuto a contatto con il virus o in seguito alla somministrazione del vaccino, non abbia “memoria” del primo incontro per un tempo prolungato poiché si trova a dover fronteggiare un ospite con caratteristiche nuove, sufficientemente diverse. Un’altra ipotesi è che il sistema immunitario non sviluppi una efficacia tale da protrarre per lungo tempo la sua risposta contro lo stesso virus. Sono pochi i dati in letteratura sulla durata esatta della copertura vaccinale. Tuttavia, uno studio pubblicato di recente sulla nota rivista Nature4 svela numerosi interrogativi al riguardo. In questo studio sono stati presi in esame 231 pazienti COVID-19 appartenenti a tre gruppi diversi, fra cui individui che hanno sviluppato sintomi gravi, individui con sintomi lievi e individui asintomatici. La positività al virus e la carica virale è stata quantificata tramite test molecolare, e su questi individui è stato analizzato il livello di anticorpi neutralizzanti sviluppato in rapporto al tempo trascorso dall’inizio dell’infezione. I risultati sono stati davvero interessanti, e hanno dimostrato come gli anticorpi neutralizzanti specifici contro il Coronavirus, vengano maturati dai pazienti per un livello e una durata di tempo dall’inizio dell’infezione, in base alla gravità dei sintomi sviluppati. I pazienti sotto esame sono stati monitorati per 209 giorni dall’inizio dell’infezione come si può osservare in figura 2. Questi risultati hanno evidenziato come la categoria dei pazienti con sintomi gravi aveva titoli anticorpali più alti rispetto alle altre due categorie, ma impiegava più tempo per raggiungere il picco massimo (circa 90 giorni), rispetto ai pazienti con sintomi lievi (circa 60 giorni) e agli asintomatici (circa 30 giorni). Per dare una stima della durata dell’immunità al Coronavirus, è stato calcolato che ci vogliono 372, 416 e 133 giorni perché i titoli degli anticorpi neutralizzanti scendano al di sotto del limite di rilevamento, per i pazienti gravi, lievi e per gli asintomatici rispettivamente. Da questi risultati si evince che negli individui asintomatici il livello degli anticorpi neutralizzanti inizia a scemare dopo poche settimane dalla conferma dell’infezione, invece per i pazienti che hanno maturato una sintomatologia grave o lieve, la durata dell’immunizzazione può superare l’anno con titoli anticorpali più elevati.

Figura 2. Sono illustrati i risultati del test di riduzione della neutralizzazione delle placche virali che serve a misurare la risposta degli anticorpi neutralizzanti contro SARS-CoV-2 e a quantificarne i loro livelli nel tempo. Sono state valutate tre categorie di pazienti suddivise in base allo sviluppo e alla severità dei sintomi (n = 293 samples).

I dati aggiornati sulle vaccinazioni effettuate in Italia

Sul sito www.aifa.gov.it/-/report-vaccini-anti-covid-19 è possibile trovare il numero di dosi consegnate sull’intero territorio nazionale italiano e alle singole Regioni, con le relative percentuali di somministrazione, le percentuali di soggetti vaccinati per fasce d’età e categoria di rischio e i punti regionali di somministrazione.  Dal 27 dicembre ad oggi in Italia sono stati effettuati più di un milione di vaccini. Le regioni particolarmente virtuose (con elevate percentuali di somministrazione sul totale di dosi consegnate), risultano la Campania e il Veneto e l’Emilia-Romagna.
Non mancano le prove di efficacia della vaccinazione anti-SARS-CoV-2, oltretutto sono stati resi pubblici i dati preliminari della sperimentazione clinica effettuata su decine di migliaia di volontari, sebbene ancora non ci siano risposte certe sulla durata della copertura immunitaria. Gli studi sono ancora in corso, e al momento il vaccino rappresenta l’unica arma per contrastare l’infezione, la diffusione del virus e l’insorgenza di sintomi gravi. Mai come ora le nuove scoperte scientifiche e il senso di responsabilità del singolo cittadino devono andare di pari passo. Promuovere la vaccinazione significa fidarsi della scienza e prospettare una possibilità per salvaguardare la salute e il benessere della popolazione stessa nel futuro avvenire. Vacciniamoci, dunque, e fidiamoci delle scienze biomediche e non mediatiche, per trovare al più presto una via d’uscita dalla pandemia.

ScienceRely ha lanciato una campagna per promuovere la vaccinazione contro SARS-CoV-2 sulle piattaforme social tra cui Instagram. Numerosi stanno aderendo alla nostra iniziativa, se vuoi lanciare un messaggio tramite la nostra piattaforma o se hai ricevuto la prima dose del vaccino e vuoi essere repostato nelle nostre storie tagga @sciencerely.it e aggiungi gli hashtag #StopCOVID19 #dothevaccine #vaccineday. Aderisci alla nostra campagna e condividi con noi questo messaggio così importante!”

La campagna di ScienceRely per promuovere la vaccinazione #StopCovid19 #DoTheVaccine

Bibliografia

  1. Li Q, Lu H. Latest updates on COVID-19 vaccines. Biosci Trends. Published online 2020. doi:10.5582/bst.2020.03445.
  2. Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 (salute.gov.it);
  3. Imam Z, Odish F, Gill I, et al. Older age and comorbidity are independent mortality predictors in a large cohort of 1305 COVID-19 patients in Michigan, United States. J Intern Med. 2020;288(4):469-476. doi:10.1111/joim.13119Lau, E.H.Y., Tsang, O.T.Y., Hui, D.S.C. et al. Neutralizing antibody titres in SARS-CoV-2 infections. Nat Commun 12, 63 (2021). https://doi.org/10.1038/s41467-020-20247-4.
  4. www.aifa.gov.it/-/report-vaccini-anti-covid-19
  5. https://www.dw.com/en/covid-19-vaccine-development-whats-the-progress/a-55648707
Tag: , , , , , , , ,