di Antonino Napoleone, Ivy Rose Sebastian | 23 Dicembre 2022.
Le luci scintillanti che decorano le città, gli alberi di Natale, le decorazioni più variegate tinte di rosso caldo e avvolgente, la musica e i canti popolari, i dolci tradizionali appena sfornati e gli incontri con amici e familiari, non sono fenomeni accessori, ma fanno parte di un contesto sociale più ampio su cui sono stati anche incentrati degli studi scientifici. D’altronde, se si va ad investigare fino in fondo, qualsiasi fenomeno sociale e d’interazione umana, ha un epicentro di natura molecolare.
Il nostro corpo risponde a degli stimoli esterni in modo attivo e dinamico, creando associazioni e connessioni con l’ambiente esterno attraverso dei processi biologici. Se ci sono di mezzo delle “molecole”, da qualche parte nel mondo c’è anche uno scienziato che ne studia i meccanismi. Ecco come sono venuti fuori dei risultati curiosi e davvero interessanti: è stata trovata un’evidenza che lo “spirito del Natale” produce un generale effetto positivo su coloro che lo festeggiano, innescato e regolato dal rilascio di specifici neurormoni. La risposta ormonale agli stimoli e al contesto ambientale esterno influenza il modo con cui interagiamo con il prossimo, l’umore, lo stato di felicità ed euforia, nonché altre funzioni fisiologiche come ad esempio l’appetito.
Quindi esiste davvero lo spirito del Natale? Come risponde il nostro corpo durante il periodo di festività natalizie? Scopriamo insieme qualche curiosità sulla fisiologia del Natale!
Lo spirito di Natale e il rilascio ormonale
Esiste un’affasciante area di studio che prende il nome di Neurobiologia, che si occupa di studiare i meccanismi fondamentali con cui il sistema neuroendocrino coordina determinate funzioni biologiche e comportamentali, e le conseguenti risposte agli stimoli ambientali esterni.
Il Natale avrebbe un effetto nella normale regolazione ormonale, fino a produrre dei cambiamenti nei normali ritmi biologici. Non è azzardato ammettere che le modifiche subite e il contesto esterno vanno a produrre un nuovo ritmo biologico “natalizio” (variabile da persona a persona) che può avere una durata tale da protrarsi per tutto il periodo di Natale.
Uno dei principali induttori di questi cambiamenti fisiologici è proprio l’ambiente esterno che ci circonda. Difatti, durante il periodo organizzativo antecedente il giorno di Natale, si assiste ad un progressivo cambiamento degli stimoli sensoriali a cui siamo esposti, e questi possono includere:
- stimoli visivi come le luci, le decorazioni natalizie, gli alberi e i regali di Natale,
- stimoli olfattivi derivati dagli odori di dolci, spezie e frutti invernali,
- stimoli al palato, basti immaginare le pietanze tradizionali, i dolci e le bevande calde,
- stimoli uditivi derivati dai tipici canti natalizi, dal suono di campane o strumenti musicali,
- stimoli tattili derivati dal contatto con i propri cari, gli auguri, gli abbracci con i familiari.
A dare seguito a queste ipotesi ci sono stati diversi studi trasversi, ad esempio un gruppo di ricerca tedesco della University of Dresden Medical School ha esaminato come certi attributi olfattivi cambiano a seconda del contesto e del periodo dell’anno. È stato visto come alcuni odori come i chiodi di garofano, la cannella e l’arancia vengono immediatamente associati al Natale. Addirittura, nel periodo di Natale, il profumo di cannella genera sensazioni amplificate di piacevolezza e familiarità, e viene percepito in modo diverso rispetto ad altri periodi dell’anno.
Quali ormoni controllano l’umore?
A livello neuroendocrino il Natale produce un effetto che varia da soggetto a soggetto. Potremmo assumere che i vari Grinch non subiscano lo stesso effetto positivo in questo periodo, però in generale lo stato di euforia e felicità causato dal Natale, può essere legato all’effetto periferico dei neurormoni rilasciati in circolo dalle ghiandole endocrine del cervello che costituiscono l’asse ipotalamo-ipofisi (Figura 1). Quali ormoni controllano l’umore?
- Serotonina: è nota come “ormone del buonumore”. Interviene sul controllo dell’appetito e determina la comparsa del senso di sazietà. A livello del sistema nervoso centrale, un calo di serotonina è causa di cali patologici dell’umore, e persino causa di ansia e depressione.
- Dopamina: è nota come “ormone dell’euforia”. Aumenta quando facciamo qualcosa che ci piace e ci dà piacere. Viene rilasciata dall’ipotalamo e riveste diverse funzioni a livello del sistema nervoso centrale, come il controllo del movimento, controllo della capacità mnemonica, controllo dell’umore, regolazione della sensazione di piacere.
- Ossitocina: è nota come “ormone dell’amore”. Prodotta dall’ipotalamo e secreto dalla neuroipofisi. L’ossitocina sarebbe strettamente correlata con la formazione di legami emotivi tra individui. Il rilascio di ossitocina produce diverse sensazioni positive come empatia, fiducia, rilassamento, emozione positiva e diminuzione dell’ansia.

La rete neuronale dello spirito natalizio nel cervello
Che ci si creda o no, siamo convinti che lo spirito natalizio esista davvero e sia in grado di stimolare dei cambiamenti fisiologici misti ad associazioni e stimoli sensoriali amplificati. La domanda sorta in alcuni ricercatori del Danish Headache Centre and Department of Neurology è se davvero esiste uno spirito natalizio, in quale parte del nostro corpo risiede e quali meccanismi biologici sono coinvolti?
Per fortuna a certe domande e curiosità ci viene in aiuto la tecnologia; infatti, si è cercato di trovare una risposta utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per esaminare le connessioni neuronali nel cervello di 26 individui presi in esame nello studio. La fMRI è uno strumento eccezionale utilizzato con successo da diversi anni ormai negli studi di neurofisiologia per esaminare i centri funzionali e le attività cerebrali.
Nel suddetto studio, sono stati esaminati i cambiamenti delle attività cerebrali in seguito all’esposizione di stimoli natalizi confrontando un gruppo di individui abituati a celebrare il Natale rispetto ad un gruppo di controllo senza alcuna tradizione o abitudine natalizia. I risultati dello studio hanno mostrato come i due gruppi rispondevano in modo diverso agli stimoli natalizi; le immagini ottenute con la fMRI hanno rilevato l’attivazione in alcune aree del cervello in prossimità di diverse aree corticali, dei lobuli parietali, della corteccia premotoria e della corteccia somatosensoriale.
Secondo i ricercatori, queste aree potrebbero rappresentare una vera e propria rete neuronale del Natale!

I risultati di un’analisi tra gruppi (riga inferiore) mostrano che il gruppo natalizio presentava un’attivazione (aumento dell’attività cerebrale) significativamente più elevata durante il test. I risultati sono mostrati secondo le convenzioni radiologiche, ovvero il lato destro delle sezioni coronali e trasversali rappresenta il lato sinistro dei pazienti e viceversa.
Conclusioni
Il Natale è un fenomeno che abbraccia interamente coloro che lo accolgono e lo vivono lasciandosi avvolgere da una varietà di colori, profumi, luci e sapori. Abbiamo visto che questa ricchezza di stimoli viene processata dal nostro sistema nervoso e convertita in una cascata di ormoni e aumento dell’attività in determinate aree cerebrali in grado di influire sul nostro umore. Tuttavia, siamo convinti che non sempre servano rigorosi dati scientifici per credere che il Natale possa avere un effetto generale sul nostro stato di euforia e felicità legati a questo periodo speciale dell’anno. Questo articolo è finalizzato a supportare l’idea che in fondo lo spirito del Natale in un modo o nell’altro, porta qualche cambiamento, basta sapersi lasciar prendere da questa atmosfera di positività e convivialità, dopo un anno in laboratorio meritiamo anche noi un po’ di leggerezza e relax!

Buon Natale dal team di Sciencerely!
Bibliografia
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- Funny part of Biology for Christmas (the-dna-universe.com)