di Giuseppe Scarlata, Maria Chiara Rosace | 13 Aprile 2022.
Giunti al primo quadrimestre di questo nuovo anno le ipotesi sull’attuale scenario pandemico sono tra le più disparate. I virologi di tutto il mondo elaborano teorie e studi contrastanti: c’è chi afferma che siamo ancora lontani dalla sua fine, chi dice invece che il virus sta diventando endemico, mutando e adattandosi sempre di più al suo ospite. Qualunque sia la risposta, l’unica certezza è che i vaccini sono stati determinanti per proteggere la popolazione e riavvicinarci alla normalità (per approfondire: “COVID-19 e vaccini: si può frenare la trasmissione del virus?”).
Negli ultimi anni, termini tecnici quali “spillover”, “Real Time PCR” o “portatore sano”, sono diventati d’uso quotidiano (Leggi anche: Test molecolari: che cosa indica il CT Value?). In questo nuovo approfondimento, ScienceRely vi parlerà delle origini dell’espressione “portatore sano”, raccontando la storia della prima portatrice sana di Salmonella typhi: Mary Mallon, conosciuta anche come Typhoid Mary.
Salmonella enterica subsp. enterica serovar Typhi: il microrganismo che albergava in lei
Salmonella enterica subsp. enterica serovar Thypi è un batterio gram negativo, mobile a causa di flagelli di forma bastoncellare, agente eziologico della Febbre Tifoide. L’infezione si contrae tramite il consumo di cibo o acqua contaminata ed è prevalente in nelle zone geografiche dove con scarse condizioni igieniche. L’esordio della malattia è piuttosto subdolo, con sintomi quali diarrea emorragica e febbre dall’andamento caratteristico detto “a sega”: la prima settimana cresce progressivamente, la seconda settimana si stabilizza attorno ai 39°/40°C per poi avere un decremento la terza settimana. Questo decorso, accompagnato dall’ausilio di vari test diagnostici in laboratorio, ne favorisce la diagnosi differenziale con altri agenti patogeni, quali ad esempio Brucella spp. Le complicanze in assenza di adeguato trattamento antibiotico sono perforazione intestinale, epatosplenomegalia e polmonite.
La prevenzione è chiaramente fondamentale, è necessario quindi consumare cibi ben cotti, acqua in bottiglia ben sigillata e lavare accuratamente le verdure. L’isolamento in laboratorio si avvale di un terreno di coltura chiamato Agar SS (Agar Salmonella-Shigella) che ne permette la differenziazione con i batteri del genere Shigella. Le colonie di Salmonella, grazie alla produzione di idrogeno solforato, si presentano con un punto nero centrale, al contrario delle colonie di Shigella che appaiono incolore (Figura 1).

Chi era Mary Mallon?
Mary Mallon nacque il 23 Settembre 1869 a Cookstown, nel Regno Unito. Nel 1883 decise di lasciare il suo paesino di poco più di cinquanta abitanti per recarsi negli Stati Uniti in cerca di fortuna. Iniziò quindi a lavorare come domestica e cuoca presso famiglie facoltose, spostandosi spesso.
Nei primi anni del ‘900, nell’area compresa tra le città di New York e Long Island, alcune persone appartenenti alla nobiltà americana, iniziarono ad ammalarsi di febbre tifoide.
Nel 1906, sei membri di una famiglia di undici persone, presso la quale Mary lavorava, si ammalarono di tifo e decisero di assoldare George Soper, ingegnere sanitario del Dipartimento della salute di New York City, per indagare sulle cause dell’infezione. Dopo accurate indagini, il team di Soper concluse che la causa era probabilmente da attribuirsi all’assunzione di acqua contaminata. Nel frattempo, Mary Mallon continuò a spostarsi, lavorando come cuoca in svariate altre case.
L’anno successivo, a Manhattan, NewYork City, l’intera famiglia presso cui Mary era impiegata al momento, morì di febbre tifoide. In teoria, la malattia era da ricollegarsi alle scarse condizioni igieniche, e parve insolito che proprio famiglie benestanti ne stessero soffrendo. Il caso giunse ancora una volta all’attenzione di Soper che, grazie alle informazioni ottenute dall’agenzia di collocamento, scoprì che in tutte le famiglie in cui Mary aveva prestato servizio si erano verificati casi di febbre tifoide, e ricollegò a lei tutti i ventidue casi registrati a New York City e nell’area di Long Island fino ad allora. Soper capì che Mary era a tutti gli effetti una portatrice sana e che lei era la causa della trasmissione della malattia.
Nonostante le proteste della donna, le venne chiesto di raccogliere campioni di feci e urine per svolgere indagini microbiologiche. Lei si rifiutò e fuggì. Le autorità la raggiunsero e la misero in isolamento forzato nell’ospedale di Riverside, USA. In quel periodo il suo volto debuttò su tutti i giornali e la stampa le affibbiò il nome di Typhoid Mary (Figura 2).

Rimase in isolamento fino al 1910 per poi essere liberata con la promessa di cambiare lavoro. Per un breve lasso di tempo Mary mantenne la parola. Decise poi di cambiare nome, accasandosi presso altre famiglie nobiliari, come Mary Brown. Quattro anni dopo, in seguito a nuovi casi di febbre tifoide registrati in un sanatorio a Terranova, nel New Jersey, e allo Sloane Maternity Hospital di Manhattan, Soper tornò sulle sue tracce. Appena trovata, questa volta Mary si arrese immediatamente alle autorità, e nel 1915 fu ricondotta nell’ospedale di Riverside. Un ictus avuto nel 1932 la costrinse a rimanere a letto fino all’11 novembre 1938, data della sua morte.
Perché Mary non si ammalava e cosa s’intende per portatore sano?
Un portatore sano è un individuo che ospita dei microrganismi patogeni senza presentare alcuna sintomatologia morbosa. Questo può essere dovuto a diversi meccanismi molecolari, che possono essere lagati al sistema immunitario, o a fattori genetici. In questi casi i microrganismi vivono all’interno dell’orspite come saprofiti, cioè traggono dei benefici dall’ospite necessari per sopravvivere. Il termine viene utilizzato anche per identificare individui infettati da agenti patogeni trasmissibili, ma senza presentare alcuna sintomatologia (“asintomatico”). Nonostante non venga direttamente colpito dalla malattia, il portatore sano ha una grande importanza epidemiologica, essendo vettore inconsapevole di agenti patogeni. Mary Mallon era dunque una portatrice sana: non aveva sintomi dell’infezione ma eliminando il batterio attraverso il circuito oro-fecale lo trasmetteva a chi era vicino a lei.
«Il rischio nel liberare la paziente del Riverside Hospital è troppo grande perché questa corte possa correrlo. I danni che possono esser causati a persone innocenti […] sono incalcolabili […] sebbene la corte nutra grande compassione per questa donna sfortunata, deve proteggere la società dall’eventuale pericolo di una nuova diffusione di contagio».
(Giudice Erlanger)
Bibliografia:
- Dougan G, Baker S. Salmonella enterica serovar Typhi and the pathogenesis of typhoid fever. Annu Rev Microbiol. 2014;68:317-336.
- https://www.epicentro.iss.it/tifoide/
- https://www.britannica.com/biography/Typhoid-Mary