Di Maria Chiara Rosace, Giuseppe Scarlata, Antonino Napoleone | 7 ottobre 2021.
Immaginate di chiedere al vostro medico di fiducia di prescrivervi un medicinale per farvi passare un fastidioso mal di testa. Il medico accoglie la vostra richiesta, vi prescrive una pillola adatta e le vostre condizioni migliorano. La pillola però non conteneva alcuna sostanza medicinale o principio attivo. Com’è possibile allora che il mal di testa sia passato?
Effetto placebo: di che si tratta?
Il termine placebo deriva dal futuro del verbo latino placeo, letteralmente “io piacerò”. In ambito medico, indica quei trattamenti che non hanno un reale effetto curativo ma funzionano grazie alla suggestione. L’effetto placebo può infatti essere molto forte ed è dovuto al rilascio di sostanze terapeutiche, come endorfine o adrenalina, direttamente dall’organismo del paziente che si aspetta di ricevere una cura.
L’effetto placebo c’è sempre, ed è in genere molto rilevante fino ad essere spesso più potente dell’effetto farmacologico in sé1.
Proprio sull’effetto placebo si basano molti indirizzi terapeutici non convenzionali o cure omeopatiche. L’agopuntura, ad esempio, può ridurre il dolore, ma non cura malattie2.

Come vengono utilizzati i placebo in medicina?
I placebo sono una parte indispensabile della medicina basata su evidenze, nei test per scoprire se nuovi farmaci o terapie, tecniche chirurgiche, test diagnostici o altre procedure mediche, hanno un effetto concreto e sicuro sulla salute delle persone riceventi il trattamento. Durante i test casuali, la metà degli individui riceve un trattamento attivo, l’altra metà un placebo. Il placebo deve avere aspetto e via di somministrazione identici a quelli del farmaco, ma naturalmente essere privo di principio attivo. I soggetti dell’esperimento non sanno a quale trattamento sono sottoposti (farmaco o placebo) e in questo caso lo studio clinico viene chiamato “cieco”.
Esistono inoltre studi clinici in “doppio cieco” in cui né i soggetti dell’esperimento, né i ricercatori sanno quale trattamento viene somministrato. Lo scopo degli studi in cieco3 è quello di valutare l’effetto placebo: se entrambi i gruppi mostrano segni di miglioramento, allora la cura non è efficace. Gli studi in doppio cieco servono invece ad evitare risultati potenzialmente aleatori e garantire la totale imparzialità dei ricercatori nel valutare gli effetti della terapia, e senza che vi sia alcun rischio che i dati possano essere falsati o condizionati dall’atteggiamento psicologico degli stessi sperimentatori. Quindi nella sperimentazione clinica, un nuovo farmaco si giudica efficace solo se dà risultati significativamente diversi da un placebo.
Bibliografia
- Erba M, 2016. Che cos’è l’effetto placebo? Disponibile online: https://www.focus.it/scienza/salute/che-cos-e-l-effetto-placebo
- Parson P, 2009. 30-seconds theories. Ivy press limited
- Studio in cieco | AISM | Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Disponibile online: https://www.aism.it/studio_cieco