di Giuseppe Scarlata, Antonino Napoleone | 18 Novembre 2021.
Certe esperienze non si scordano mai, e nonostante il passare degli anni, è impossibile non ricordare il primo giorno di scuola, il primo amore, e magari il primo bacio. Alle volte però, capita di dover condividere anche delle altre esperienze adolescenziali un po’ più spiacevoli. Vi è mai capitato di condividere con il proprio partner sintomi quali febbre, dolore alla gola, petecchie al palato e linfonodi gonfi come delle noci? Sicuramente non si tratta di un ricordo piacevole, ma anche questo può far parte delle prime esperienze di coppia, poiché potrebbe proprio trattarsi di malattia del bacio! Perché si chiama così e come si trasmette? Ecco qualche curiosità sulla malattia del bacio o mononucleosi infettiva.
Si tratta di un virus!
L’agente eziologico della mononucleosi infettiva è il virus di Epstein-Barr (EBV), appartenente alla famiglia dei gamma-herpesvirus, il quale presenta un genoma formato da DNA a doppio filamento lungo circa 170kb (figura 1). La via di trasmissione primaria avviene per contatto diretto con la saliva di un individuo infetto. Infatti, proprio da qui deriva il nome malattia del bacio. Si stima che il virus EBV possa infettare il 95% della popolazione mondiale ad un certo punto della vita. Tuttavia, nonostante l’infezione da EBV si manifesti generalmente in forma asintomatica, nel 30-50% dei casi si può presentare in forma di mononucleosi infettiva, che rappresenta una sindrome clinica più rilevante, e interessa in prevalenza gli adolescenti e i giovani adulti in età compresa fra 15 e 24 anni.
A livello fisiologico, l’evento cardine che segna l’inizio del processo infettivo avviene a livello oro-faringeo quando avviene il legame del virus con i linfociti B, che fanno parte della famiglia dei leucociti o globuli bianchi, e svolgono un ruolo primario nel sistema immunitario. Fortunatamente, il virus entra in una fase di latenza, vivendo in forma dormiente all’interno del proprio ospite per tutta la vita e riattivandosi solo in caso di forte stress. La proliferazione incontrollata di linfociti B infetti, può portare a rari ma significativi eventi patologici ben più gravi di una mononucleosi infettiva, quali Linfoma di Burkitt, meningiti, ostruzione delle vie aeree superiori, encefaliti o altri disordini neurologici. Tuttavia, eventuali complicazioni e forme più aggressivi di infezione si manifestano per lo più in individui immunocompromessi (ex. pazienti oncologici, individui HIV-positivi, pazienti ospedalizzati). I pazienti immunocompromessi hanno inoltre un rischio più elevato di sviluppare una infezione da EBV fulminante.

Quali sono i sintomi della malattia del bacio?
Il periodo di incubazione della mononucleosi infettiva è solitamente di 30-50 giorni dall’esposizione con il patogeno, sfociando poi in una sintomatologia piuttosto comune ad altre forme infettive erpetiche o influenzali che prevede sintomi quali, stato febbrile, mal di gola, stanchezza, petecchie alla gola e soprattutto il rigonfiamento dei linfonodi. La gola presenta al suo interno un materiale simile al pus (figura 2), mentre il 50% dei soggetti presenta epatosplenomegalia (ingrossamento di fegato e milza). Altri sintomi più rari sono meningite, eruzioni cutanee, convulsioni, anemia e occlusione delle vie aeree.




Diagnosi e terapia
Al primo campanello d’allarme è consigliabile sottoporsi a visita medica per poi eseguire un semplice prelievo di sangue al fine di ricercare la presenza di anticorpi specifici per degli antigeni virali tramite degli appositi test che possano confermare la malattia. Per le lesioni istopatologiche, l’ibridazione in situ (ISH) dell’RNA codificato da EBV (EBER) nei tessuti bioptici rimane il gold standard per il rilevamento di EBV. Metodi come il test degli anticorpi eterofili, i saggi di immunofluorescenza, i saggi immunoenzimatici, il Western blot e la reazione a catena della polimerasi (PCR) sono anche impiegati per rilevare l’EBV in diversi tipi di campioni. La determinazione della carica virale di EBV tramite PCR, tuttavia, sta acquisendo sempre più importanza nella diagnosi delle malattie associate a EBV. Data la sfida dei risultati falsi positivi/negativi che a volte vengono rilevati durante l’individuazione dell’EBV, la variabilità dei risultati di diversi laboratori e l’impatto di fattori come il tipo di campione e lo stato immunologico dei pazienti, è essenziale che gli scienziati compiano ulteriori sforzi per ottimizzare questi attuali metodi diagnostici.
Per quanto riguarda il trattamento, non è necessario lasciare il proprio partner, ma è pur vero che non esiste una terapia specifica. Il paziente deve stare necessariamente a riposo per tutta la durata della malattia (circa due-tre settimane), idratarsi e assumere analgesici per ridurre il dolore. In presenza di splenomegalia è altamente consigliato di ridurre al minimo gli sforzi fisici ed evitare di praticare sport o altra attività che possano causare la rottura della milza. L’utilizzo di corticosteroidi è consigliato per forme più gravi, mentre quello di farmaci antivirali è ancora oggetto di studio.
Un’ultima curiosità!
La diffusione del virus può essere prevenuta evitando i contatti con possibili oggetti contaminati dalla saliva di individui infetti e attraverso corrette pratiche igieniche. Inoltre, dato che EBV viene trasmesso quasi esclusivamente attraverso la saliva, è bene evitare di condividere posate o bicchieri con soggetti sconosciuti in luoghi pubblici, ristoranti, bar o discoteche. Bisogna tener presente che non si tratta di una malattia sessualmente trasmissibile, e che le principali precauzioni da prendere consistono nell’essere correttamente informati e nell’applicare delle semplici regole di igiene personale. Un’altra piccola curiosità: dato che non si tratta di un’infezione batterica, ma virale, la malattia del bacio non va curata con antibiotici!
Bibliografia:
- Kerr JR. Epstein-Barr virus (EBV) reactivation and therapeutic inhibitors. J Clin Pathol. 2019 Oct;72(10):651-658. doi: 10.1136/jclinpath-2019-205822. Epub 2019 Jul 17. PMID: 31315893.
- https://www.cdc.gov/epstein-barr/about-mono.html
- Niller HH, Bauer G. Epstein-Barr Virus: Clinical Diagnostics. Methods Mol Biol. 2017;1532:33-55. doi: 10.1007/978-1-4939-6655-4_2. PMID: 27873265.
- FactSheet: Infectious mononucleosis, New South Wales Public Health Bulletin 16(10) 168 – 168 Published: 2005.
- Bravender T. Epstein-Barr virus, cytomegalovirus, and infectious mononucleosis. Adolesc Med State Art Rev. 2010;21(2):251-ix.
- Womack J, Jimenez M. Common questions about infectious mononucleosis. Am Fam Physician. 2015;91(6):372-376.
- AbuSalah, Mai Abdel Haleem et al. “Recent Advances in Diagnostic Approaches for Epstein-Barr Virus.” Pathogens (Basel, Switzerland) vol. 9,3 226. 18 Mar. 2020, doi:10.3390/pathogens9030226.