di Domenico Gangemi, Giuseppe Scarlata, Maria Chiara Rosace, Antonino Napoleone | 20 Dicembre 2020
Il periodo natalizio rappresenta il momento principale dell’anno di ricongiungimento con i propri cari. Per un popolo come il nostro, legato alle tradizioni e al buon cibo, il tempo trascorso a tavola diviene anche momento speciale di condivisione, soprattutto durante le festività. A causa della pandemia in corso, molte famiglie quest’anno dovranno celebrare il Natale a distanza. Per fortuna si prova ad accorciare le distanze grazie ai numerosi pacchi che vengono quotidianamente spediti da ogni angolo della nostra nazione verso i familiari lontani (per approfondire “Preparare e spedire i pacchi di cibo fatto in casa: un indagine ai consumatori e consigli utili”).
Durante le festività, cene e pranzi vengono programmati con largo anticipo per poter soddisfare le esigenze di tutti e portare in tavola un mondo fatto di ricette sempre più elaborate e internazionali. Questa tendenza a replicare piatti dalle più disparate origini ha portato alcune famiglie italiane ad allontanarsi dalle consuete tradizioni regionali e dall’uso di prodotti locali, favorendo l’importazione di alimenti e ingredienti prodotti e confezionati a migliaia di chilometri di distanza. È necessario ricordare che esistono materie prime e prodotti tipici singolari che molte regioni italiane possono offrire e che, nonostante la loro unicità e i benefici effetti sulla salute, sono poco conosciuti al di fuori delle regioni in cui vengono prodotti. Non solo, anche per chi ha gusti particolarmente esotici e non può rinunciare a sapori nuovi, alcune aree del Sud Italia offrono un microclima ideale per la produzione di caratteristici frutti che vengono coltivati largamente e raccolti, nonostante le basse temperature invernali. ScienceRely vuole portarvi alla scoperta di queste produzioni “esoticamente locali”, riportandone curiosità, valori nutrizionali e benefici per la salute umana.
Anona
Iniziamo la nostra trattazione partendo da un caratteristico frutto esotico che viene oggi coltivato solo in alcune regioni del Sud Italia: l’anona. Il genere Annona comprende circa 60 specie di cui la più famosa è l’A. cherimola. Questa pianta è originaria del Sud America e proprio da lì, nel 1797, venne importata in Calabria dove il frutto mise per la prima volta radici. Oggi, l’anona di Reggio è un prodotto De.c.o. (Denominazione comunale d’origine). La sua zona d’elezione va da Reggio Calabria a Bagnara Calabra, e comprende anche aree della Sicilia orientale.
La pianta ha un’altezza di poco meno di due metri, fiorisce da maggio ad agosto e il frutto è pronto per essere raccolto da fine settembre a dicembre.Il frutto è di colore verde, presenta una buccia ricoperta di squame e la sua polpa è bianco-chiara, con i semi nero-intenso. La consistenza è cremosa, come quella di un gelato, e viene consumata tagliando a metà il frutto e raccogliendo questa polpa succulenta con un cucchiaino (rimane la buccia verde che funge da “coppetta-gelato”, potremmo considerarlo un dessert perfetto per il cenone di Natale, vedi Figura 1).

L’anona fornisce un apporto di 78 kcal/100 grammi. È ricca di zuccheri, di cui una piccola percentuale fibre, ma anche di vitamine e minerali, scarsa invece la quantità di grassi. Vitamina C, vitamina B6 e B12 e di un polifenolo tipico, l’anonacina,conferiscono al frutto importanti proprietà antiossidanti, utili a prevenire l’insorgenza di patologie tumorali e cardiovascolari. Inoltre, le vitamine fungono da cofattori per un ottimale funzionamento del sistema immunitario. L’equilibrato rapporto sodio-potassio all’interno del frutto facilita un buon controllo della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Per tali proprietà il frutto è anche noto come “aspirina dolce”. L’adeguato contenuto di sodio, inoltre, facilita la diuresi. La presenza di calcio previene la decalcificazione delle ossa e lo sviluppo di osteoporosi. Il contenuto di fosforo migliora i livelli di concentrazione ed attenzione. Le fibre, presenti anche nei frutti di cui tratteremo in seguito, garantiscono un fisiologico transito intestinale. L’anona, inoltre, grazie ai suoi nutrienti, riduce la nausea in gravidanza e facilita lo svezzamento dei bambini in allattamento.
Avocado
L’avocado è originario di una vasta area dell’America centrale. In Italia le prime regioni a coltivare l’avocado sono state Sicilia e Sardegna. Il frutto ha forma di pera, con un peso che può variare dai 100 ai 1000 g. Presenta un grosso seme centrale di 3-5 cm di diametro. La polpa è di colore giallo verde o giallo pallido, la buccia può essere di colore verde o melanzana, liscio o rugoso (vedi Figura 2).

Pur non essendo ricco in zuccheri, è un frutto altamente calorico (fornisce oltre 200 Kcal/100 grammi) poiché contiene un’elevata percentuale di grassi “buoni”. Gli omega 3, infatti, esercitano una protezione cardiovascolare e sul sistema nervoso grazie alla loro azione ipo-colesterolemizzante.
All’azione antiossidante svolta dalla vitamina C ed A si aggiunge quella svolta dalla vitamina K e dalla vitamina E, quest’ultima tra le vitamine con più potente effetto antiossidante, in grado di ridurre i radicali liberi e il rischio di insorgenza di cancro. La vitamina B9 (acido folico), inoltre, previene lo sviluppo di disturbi neurologici nel feto in gravidanza (spina bifida). La presenza di vitamine C, A ed E che coadiuvano la produzione del collagene, costituente essenziale del derma, garantisce una protezione dai raggi solari. Anche l’avocado è ricco di fibre, facilitando così il transito intestinale e il senso di ripienezza post-prandiale. Il contenuto di potassio, superiore a quello delle banane, insieme al magnesio e ad altri minerali, aiuta a combattere la disidratazione. L’elevata quantità di grassi vegetali presente nell’avocado, infine, lo rende adatto all’impiego anche in campo cosmetico. L’olio si ottiene per estrazione ed è consigliato l’utilizzo in caso di pelle secca o ruvida. La particolare distribuzione di acidi grassi, caratteristica dell’olio di avocado, lo rende una sostanza capace di ristabilire il film idrolipidico cutaneo.
Bergamotto
Il bergamotto, Citrus bergamia (vedi figura 3) appartiene alla famiglia delle Rutaceae, coltivate quasi esclusivamente lungo le coste Calabresi. Questo agrume è di colore verdognolo tendente al giallo e di forma rotonda schiacciata ai poli, e cresce in climi miti, come è per l’appunto quello Calabrese. L’esposizione prolungata alla luce solare e ai venti marini durante la coltivazione permette la crescita degli alberi di bergamotto fino anche a quattro metri d’altezza. Il bergamotto è formato da circa l’80% di acqua, l’apporto medio è di circa 42 kcal/100 g ed è inoltre ricco di vitamina A, C, potassio, sodio, calcio e ferro. L’olio essenziale di bergamotto estratto dalla sua buccia è composto da componenti che sono stati ampiamente analizzati in studi in vitro sotto il profilo neuroprotettivo, antiproliferativo, antiossidante, antiinfiammatorio e antitumorale. Certa della qualità dell’agrume calabrese, l’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro ha condotto uno studio circa l’azione antimicrobica dell’estratto distillato di bergamotto tramite saggi in vitro e tramite microscopia confocale. I dati hanno messo in luce come l’estratto distillato di bergamotto rispetto al suo olio essenziale abbia maggiore efficacia su batteri patogeni Gram negativi multi-resistenti a trattamenti farmacologici (es. Klebsiella pneumoniae, Acinetobacter baumannii, Escherichia coli, Stenotrophomonas maltophilia) e responsabili di infezioni contratte in ambito ospedaliero, risultando un grave problema per la sanità pubblica a livello mondiale. Studi simili mettono in luce le svariate proprietà di questo prodotto made in Calabria, non ultima, la possibilità di prevenire la contaminazione microbica.

Conclusioni
Nel Sud Italia le condizioni climatiche sono particolarmente favorevoli alla crescita dei frutti tropicali. In parallelo è crescente il desiderio dei consumatori di trovare sulla propria tavola dei prodotti di qualità, dalle innumerevole proprietà nutrizionali, e soprattutto di minor impatto ambientale. Queste peculiarità devono rappresentare l’obiettivo primario di un’agricoltura sostenibile, soprattutto in materia di frutti tropicali.
È il caso dell’azienda agricola italiana Anoneto Bilardi, che da oltre 30 anni si dedica con passione ed impegno alla produzione, alla lavorazione e al commercio di questi frutti in provincia di Reggio Calabria. In ambito di alimentazione e sostenibilità, è importante scegliere con consapevolezza, e in questo le scienze mediche e non mediatiche, sono sempre a ricordalo: anche a tavola si può fare la differenza.
La redazione di ScienceRely ringrazia i fratelli Bilardi per la collaborazione attiva con il progetto di promozione della ricerca e divulgazione scientifica e i contributi prestati alla finalizzazione di questo estratto.
Bibliografia:
- https://www.portaledelverde.it/enciclopedia/piante-da-frutto/frutti-tropicali-e-sub-tropicali/anona/#close
- https://www.repubblica.it/sapori/2020/03/09/news/emporio_prodotto_annona_calabrese-250692985/
- https://rivistafrutticoltura.edagricole.it/frutta/colture-tropicali-clima-mediterraneo-mango-made-italy/
- https://www.humanitas.it/enciclopedia/alimenti/frutta/bergamotto/
- Quirino A. et al., In Vitro Antimicrobial Activity of Natural Essence and Distilled Extract of Bergamot against Drug Resistance Clinical Isolates. Medicinal & Aromatic Plants, 01(s3). https://doi.org/10.4172/2167-0412.s3-007