di Giuseppe Scarlata, Antonino Napoleone, Domenico Gangemi | 1 Maggio 2020

In data 3 aprile 2020, seguendo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della Commissione Europea (EUCOMM), l’Italia ha ravvisato tramite una circolare del Ministero della Salute che il numero di tamponi da effettuare dovrà essere limitato a individui che rientrano in categorie prioritarie; tra queste rientrano gli operatori medico-sanitari, i pazienti ricoverati ed i soggetti particolarmente a rischio. Questa strategia è finalizzata ad assicurare un uso ottimale delle risorse e alleviare la pressione sui laboratori designati alle analisi diagnostiche per COVID-19. Nonostante il sistema sanitario e di ricerca italiano è al centro di tante diatribe e contraddizioni soprattutto in materia di scarsi finanziamenti, tagli al personale e gestione dell’emergenza COVID-19, in data 29 aprile 2020 il numero di tamponi eseguiti ammontava alla cifra di 1.910.761. Nell’arco di un mese il numero di tamponi effettuati in Italia è stato quadruplicato arrivando a coprire la quota di 31.603 test per milione di abitanti. Cioè l’Italia effettua 3,1 test ogni 100 persone, la Germania ne effettua 2,4 ogni 100 persone. Questa crescita rapida è frutto della gestione e riorganizzazione sul territorio degli ospedali e dei laboratori certificati, al rapido rifornimento di reagenti chimici e al duro lavoro di una grande squadra di cui fanno parte medici, infermieri, operatori socio-sanitari, biologi e biotecnologi, tecnici di laboratorio e tutto il personale tecnico-sanitario.  

Quale percorso segue il campione biologico, come viene eseguito ed analizzato un tampone e chi sono i protagonisti di questo “modello italiano”?

Secondo le direttive del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità il campione biologico dovrebbe provenire dalle basse vie aeree (lavaggio bronco-alveolare, aspirato endotracheale, espettorato) o in alternativa dalle alte vie aeree (tampone faringeo, tampone nasale, tampone naso/faringeo), più facile da ricavare. Il personale qualificato addetto al prelievo dei campioni è composto da medici e infermieri (figura 2a), che dovranno indossare gli idonei dispositivi di protezione individuale (camice monouso impermeabile a manica lunga, guanti monouso, mascherina con filtrante FFP2/FFP3, occhiali protettivi e cuffia monouso per capelli) e raccogliere il campione biologico in un contenitore sterile a tenuta ermetica. Essendo il più pratico da eseguire, il campione di riferimento attualmente è il tampone naso/faringeo: il tampone faringeo viene strofinato tra le zone tonsillari (evitando che si contamini con la saliva o con i denti), mentre il tampone nasale viene spinto e ruotato nella parte posteriore del rinofaringe affinché venga ricoperto dal secreto nasale. Alla fine del processo di campionamento, il tampone viene stemperato e raccolto in una provetta (contenente un terreno di trasporto per virus), su cui si affigge un’etichetta indicante nome e cognome del paziente, data del prelievo e tipologia del campione, per essere poi inviato immediatamente in un laboratorio certificato; questo compito è svolto dagli Operatori Socio Sanitari (OSS) a supporto delle strutture ospedaliere (figura 2b). Nel caso non si possa immediatamente inviare il campione al laboratorio di riferimento, si procede alla conservazione in frigo a +4°C (se analizzato entro 48h) o -80°C (se analizzato dopo 48h). Una volta giunto in laboratorio il campione biologico viene processato nel più breve tempo possibile da Biologi, Biotecnologi e Tecnici di Laboratorio altamente qualificati (figura 2c), secondo un protocollo di lavoro standardizzato che prevede estrazione e purificazione dell’RNA virale tramite kit commerciali di analisi molecolare e successiva amplificazione dei geni specifici di SARS-CoV-2 con la tecnologia Reverse-Transcritpion Polymerase Chain Reaction (RT-PCR). Questa tecnica rappresenta il gold standard della diagnostica del nuovo Coronavirus umano.

Da quanto ravvisato nella circolare del Ministero della Salute del 3 Aprile 2020, se si dovessero accumulare un gran numero di tamponi da analizzare, bisogna rispettare le linee guida di priorità date dall’OMS. Nell’ordine:

  1. Pazienti ospedalizzati con infezione acuta respiratoria grave (SARI);
  2. Pazienti con infezione respiratoria acuta ospedalizzati o ricoverati nelle residenze sanitarie assistenziali e nelle altre strutture di lunga degenza;
  3. Operatori sanitari esposti a maggior rischio;
  4. Persone a rischio di sviluppare una forma severa della malattia;
  5. Primi individui sintomatici all’interno di comunità chiuse;

Successivamente alla diagnosi in laboratorio, validata da un Dirigente Medico o Biologo (figura 2d), un numero rappresentativo di campioni clinici viene inviato presso il Laboratorio di Riferimento Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), previo accordo, al fine di favorire la sorveglianza epidemiologica e l’aggiornamento dei dati statistici; mentre i campioni clinici di pazienti deceduti per COVID-19 devono essere congelati a -80°C presso la struttura che effettua il prelievo o presso il laboratorio certificato che effettua la diagnosi, per poi essere inviati in un secondo momento al Laboratorio di Riferimento Nazionale dell’ISS, se richiesto.


Figure 1. Workflow analysis of SARS-CoV-2 biological sampling: from the swab to the diagnostic result.

Questo è ciò che accade ogni giorno da tre mesi a questa parte in Italia, dove non a sufficienza viene messa in risalto l’importanza e la dedizione di queste figure professionali che in modo coordinato e indefesso contribuiscono a fornire i risultati della diagnosi di migliaia di pazienti nel più breve tempo possibile. Nella giornata mondiale dei lavoratori, 1 Maggio, un encomio particolare va rivolto a queste figure professionali e al loro strenuo impegno contro l’attuale pandemia. Condividiamo la fiducia nelle scienze mediche e non mediatiche, per arginare tutto questo, i protagonisti di questa pandemia sono in azione.

Figura 2. a) Teodoro Trabacca, infermiere in servizio a Pavia; b) Ilaria Piras e Domenico Iaria, OSS in servizio ad Alessandria; c) Dott.ssa Elisa Casa, biotecnologa in servizio a Siena presso un laboratorio certificato per l’analisi dei tamponi COVID-19; d) Dr. Giorgio Barreca, dirigente medico in servizio a Catanzaro, durante la validazione di un referto molecolare di un paziente COVID-19. | Visual by Filippo Toscano

Bibliografia:

  1. Xie C. et al., Int J Infect Dis 2020 Feb 27. doi: 10.1016/j.ijid.2020.02.050. 
  2. Raccomandazioni per raccolta, trasporto e conservazione dei campioni biologici COVID-19. Gruppo di lavoro ISS Ricerca traslazionale COVID-19. 14 Aprile 2020.
  3. Corman VM. et al. Euro Surveill. 2020 Jan;25. doi: 10.2807/1560-7917.ES.2020.25.3.2000045.
  4. Pandemia di COVID-19 – Aggiornamento delle indicazioni sui test diagnostici e sui criteri da adottare nella determinazione delle priorità. Aggiornamento delle indicazioni relative alla diagnosi di laboratorio. Ministero della Salute, 03-04-2020.
  5. Kralik P. et al., Front Microbiol 2017 Feb 2.  doi: 10.3389/fmicb.2017.00108.
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