di Maria Chiara Rosace, Filippo Toscano, Antonino Napoleone | 19 Novembre 2020.
Il vulcano più irrequieto d’Europa, parte dei beni italiani patrimonio mondiale dell’Unesco, è stato ancora una volta al centro dei riflettori internazionali. Grazie ad un incredibile scatto, il fotografo Luciano Gaudenzio si è aggiudicato il prestigioso premio “Wildlife Photographer of the Year”, per la categoria “Earth’s environment”, un contest fotografico organizzato dal Natural History Museum di Londra. La foto si è fatta notare e premiare, per la categoria “Landscapes”, anche al concorso della GDT (German Society for Nature Photography), una delle più prestigiose competizioni di fotografia “wildlife” al mondo.
Gaudenzio ha deciso di intitolare la sua foto “Etna’s River of Fire”, ovvero “il Fiume di Fuoco dell’Etna”, titolo che, basti guardare lo scatto (Figura 1) appare decisamente appropriato.

Anni di attesa per “il momento perfetto”
La splendida fotografia immortala un vero e proprio fiume incandescente che scorreva da una grande apertura sul fianco del vulcano.
Per poter assistere a questo surreale spettacolo, Gaudenzio avrebbe risalito la parete nord dell’Etna per diverse ore e con un sapiente gioco di luci ha catturato quello che lui stesso ha descritto come “il momento perfetto”. La bocca eruttiva protagonista dello scatto era infatti comparsa sul versante Sud del vulcano, per poi collassare pochi giorni dopo aver regalato questa stupenda ed unica visione. Non si è affatto trattato di un colpo di fortuna, ma c’è voluta tanta pazienza e perseveranza, qualitá che caratterizzano l’operato del fotografo friulano, da sei anni impegnato nel progetto “L’altro Versante” insieme ai due colleghi Maurizio Biancarelli e Bruno D’Amicis, con lo scopo di immortalare le più belle vette e montagne d’Italia e utilizzare la fotografia come mezzo potente di comunicazione universale.
Questa stupefacente fotografia, scattata con la sua Canon EOS 5D Mark III, gli ha consentito di aggiudicarsi i tanto ambiti premi internazionali.
Un po’ di geologia
L’Italia è un paese con molti vulcani: Etna, Stromboli e Vesuvio sono sicuramente i più famosi, ma almeno dieci vulcani sono tutt’oggi considerati attivi. L’Etna è il vulcano più attivo d’Europa, ed erutta ininterrottamente da quasi 30 anni. Quella che vediamo oggi è solo la fase più recente di un vulcano con una storia eruttiva di oltre mezzo milione di anni1.
In Italia non esistono però solo vulcani attivi. Oltre a quelli ad attività persistente, esistono vulcani quiescenti e vulcani considerati estinti, essendo la loro attività eruttiva interrotta ormai da diverse migliaia di anni. In Italia, sono stati contati almeno 70 vulcani, la maggior parte dei quali tappezzano i fondali marini tra Toscana e Sicilia2. La catena vulcanica del Palinuro, per esempio, si estende in profondità da circa 3200 m a 80 m sotto il livello del mare e mostra attività di risalita di magmi3.
Ma cosa sono i vulcani, e come si formano? Partiamo innanzitutto dal presupposto che noi viviamo sulla superficie di un sottile strato di soli 35 km di spessore, chiamato crosta terrestre. Il raggio della terra è di circa 6000 km. I vulcani sono spaccature della crosta terrestre attraverso le quali fuoriescono materiali allo stato liquido, solido e gassoso. Il tutto è governato dai movimenti che avvengono sotto la superficie terrestre: quando una placca terrestre si scontra con un’altra placca, in alcuni punti della Terra, ci sono delle risalite di materiali caldi che dalla zona di contatto risalgono verso la superficie (Figura 2). L’area mediterranea è caratterizzata dalla collisione tra due placche litosferiche: la placca africana e la placca eurasiatica, responsabili dell’attività vulcanica della penisola italiana.




In base alla loro struttura esterna, i vulcani possono essere suddivisi in vulcani a cono, come l’Etna, oppure vulcani a scudo come per esempio il Mauna Loa delle isole Hawaii. L’Etna è uno stratovulcano, alto 3.324 m1, il più grande d’Europa e tra i vulcani più attivi al mondo. L’altezza dell’Etna in realtà è variabile a causa delle eruzioni che possono determinarne abbassamenti o innalzamenti. L’Etna erutta sia dai quattro crateri sommitali, sia dai fianchi, a intervalli che possono durare dai pochi mesi a decine di anni (Figura 3). Oggi la sua attività eruttiva risulta essere prevalentemente di tipo effusivo, caratterizzata dall’emissione di colate di lava che fluiscono lungo i versanti del vulcano (con colate di magma basaltico, molto liquido), proprio come illustrato nello scatto di Gaudenzio. Esiste però anche un tipo di attività esplosiva (nel qual caso si parla di eruzioni stromboliane). Non di rado infatti, dall’Etna emergono fitte colonne di cenere e gas visibili anche dallo spazio, e vari frammenti rocciosi prodotti dalle eruzioni vengono scagliati in ogni direzione, fino a vari km di distanza.




Nei periodi di quiete, il vulcano presenta una continua e persistente attività di degassamento dai crateri sommitali4.
Sull’Etna è stato installato un sistema di monitoraggio per cogliere i segnali sonori che precedono le eruzioni: sismografi, telecamere termiche, dati satellitari, sensori del campo gravitazionale. Dal sito dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) è possibile visualizzare le immagini provenienti dalle stazioni di video sorveglianza situate sul vulcano: http://www.ct.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-sorveglianza/segnali-in-tempo-reale/video-sorveglianza-vulcanica-etna
Che cos’è il magma e come si genera?
Il magma è una massa fusa di composizione principalmente silicatica (i silicati sono una classe di minerali costituiti da silicio e ossigeno e presenti all’interno delle rocce magmatiche), ricca di gas disciolti e cristalli in sospensione. Come già mensionato, la fusione del mantello dà origine al magma basaltico (o primario) di composizione basica (o alcalina). Se il magma viene invece prodotto a partire dalla crosta continentale si parla di magma granitico, che ha composizione prevalentemente acida. Il magma basico è molto fluido e ha temperature elevatissime (fino a 1200°C!). Generalmente esce in superficie con effusioni di entità moderata e origina i cosiddetti vulcani a scudo. Se il magma è più acido, l’eruzione è più violenta ed esplosiva5. L’emissione di lava e il lancio di piroclasti (letteralmente “frammenti di fuoco” originatisi dalla frantumazione di rocce che compongono il monte vulcanico) possono alternarsi, dando origine a uno stratovulcano, come avvenuto per l’Etna nel corso di milioni di anni!
Conclusioni
Sin dall’antichità scrittori greci e latini hanno composto testi descrittivi e illustrazioni di eruzioni dell’Etna ormai perduti alla memoria. Non c’è uomo che non possa restare ammaliato di fronte all’imponenza del vulcano: panorami mozzafiato, un esempio straordinario di processi geologici continui, un indiscusso valore educativo che attira gente da ogni angolo del pianeta. Alcuni scritti risalenti al 1886, così lo descrivono:
“Maestoso per altezza e per mole, splendido per singolare bellezza di colori e di forma, superbamente tranquillo quando non si mostri spaventevolmente irato, l’Etna non è soltanto il soggetto simpatico ai poeti e ai pittori, ma è la sfinge misteriosa che ha tentato in ogni tempo lo scienziato, è uno dei temi più attraenti che abbiano saputo meritare l’attenzione e lo studio del naturalista”6.
Bibliografia:
- INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), online. Etna. https://bit.ly/3kyvrPp. Accesso 15 Novembre, 2020
- Pezzella F. Focus sui vulcani italiani, parola all’esperto. http://www.ingv.it/it/newsletter-ingv-n-1-gennaio-2020-anno-xiv/focus-sui-vulcani-italiani-parola-all-esperto. Accesso 10 Novembre, 2020
- INGV (Istituto nazionale di g.eofisica e vulcanologia). Una famiglia di vulcani nel Mar Tirreno. 2017. ingv.it/it/stampa-e-urp/stampa/comunicati-stampa/2831-una-famiglia-di-vulcani-nel-mar-tirreno?highlight=WyJwYWxpbnVybyJd. Accesso 8 Novembre, 2020
- Guide vulcanologiche Etna nord. Vulcano Etna – Storia evolutiva. https://www.guidevulcanologicheetna.it/vulcano-etna-geologia-storia-evolutiva/. Accesso 8 Novembre, 2020
- Peretti RC. Il processo magmatico. In: Baldini D, ed. Geosfera, La terra e lo spazio. Editore Bulgarini, Firenze.
- Gentile-Cusa B. Sulla eruzione dell’Etna di Maggio-Giugno 1886. 1886. New York Public Library