di Giuseppe Scarlata, Antonino Napoleone, Domenico Gangemi | 08 Aprile 2020

In data 5 Aprile 2020, le Federazioni Nazionali degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) e degli Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi) riportano il decesso di 80 medici e 25 infermieri, contagiati mentre si battevano negli ospedali italiani per curare i pazienti affetti da Coronavirus Disease-19 (Covid-19). Attualmente le uniche strategie disponibili per contrastare il virus prevedono l’attuazione di misure precauzionali volte a ridurne la diffusione tra la popolazione. Uno degli argomenti cardine dell’attuale pandemia, al centro di accese e svariate dispute, è legato all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI), ancor più nel dettaglio, le mascherine facciali. Quando va indossata e come scegliere in modo efficace una mascherina?

Mascherina chirurgica: il più comune dei DPI, serve unicamente a trattenere le goccioline di saliva, principale veicolo di trasmissione di SARS-Cov-2, limitandone la diffusione nell’ambiente. Non sono in grado di filtrare l’aria né di conseguenza il virus. Pertanto devono essere indossate da coloro che presentano sintomi di infezione allo scopo primario di proteggere gli altri dal possibile contagio.

Mascherine FFP2 e FFP3: sono in grado di filtrare l’aria inspirata ed espirata con la funzione primaria di proteggere chi le indossa da agenti patogeni esterni, quindi particolarmente utili in ambienti a contatto con pazienti affetti da Covid-19. La loro capacità filtrante ha una durata limitata nel tempo se indossate correttamente e a seguito di una idonea prova di tenuta.

Mascherine fatte in casa: la difficile reperibilità delle mascherine ufficiali ha spinto molte persone a ricorrere a rimedi casalinghi. Soluzioni del genere non garantiscono alcuna azione filtrante dell’aria né del virus, in quanto prive di tecnologia filtrante normata (UNI EN 14683:2019) propria delle mascherine FFP2 e FFP3. Possono però emulare la funzione delle mascherine chirurgiche allo scopo di schermare le goccioline di saliva in uscita, contenendone la diffusione nell’ambiente.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di indossare una mascherina se si sospetta di aver contratto il virus, con relativi sintomi quali tosse o starnuti, oppure se ci si prende cura di una persona in corso di infezione. A livello locale diverse misure preventive riguardo l’utilizzo dei DPI sono in corso di valutazione, tra cui l’utilizzo estensivo di mascherine fra la popolazione in ambienti pubblici. Il discorso si articola se invece si è in ambito ospedaliero. Le linee guida dell’OMS sono piuttosto chiare: gli operatori medico-sanitari a contatto con un caso Covid-19 confermato o sospetto devono indossare mascherine chirurgiche, mentre in caso di procedure in prima linea dove vengono generati aerosol ad alta carica virale, devono indossare un filtrante facciale FFP2/FFP3, insieme a tutti i DPI annessi (guanti, camice impermeabile a maniche lunghe, cuffie, occhiali protettivi). Considerando che le dimensioni del SARS-CoV-2 si aggirano nell’ordine di 100-160 nm, l’utilizzo di FFP2/FFP3 è giustificato dal fatto che questi filtranti bloccano il 94-99% delle particelle che si trovano nell’aria fino a dimensioni di 0,6 µm. Sono disponibili anche le mascherine FFP1 (conosciute comunemente come maschere “antipolvere”) che bloccano meno dell’80% delle particelle aeree, risultando non idonee al lavoro in ambiente sanitario. Per quanto riguarda gli individui infetti o potenzialmente infetti invece, sarà necessario fargli indossare una mascherina chirurgica per schermare le goccioline di saliva (di dimensioni di circa 0,5-5 µm) e di conseguenza limitare abbondantemente la diffusione del virus nell’ambiente. Il monito principale è ovviamente quello di favorire il corretto utilizzo di questi sistemi di protezione individuale, attraverso la diffusione di informazioni ufficiali e veritiere, al fine di non esaurire inutilmente risorse che potrebbero invece essere destinate e messe a disposizione degli operatori medico-sanitari allo stremo delle forze ed equipaggiamento. Non a caso, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) di Stoccolma ha stilato una tabella con il fabbisogno giornaliero stimato di dispositivi di protezione individuali per gli operatori medico-sanitari a contatto con pazienti Covid-19, a cui deve essere destinato un maggior numero di tali dispositivi rispetto alla popolazione comune. Gli operatori medico-sanitari in prima linea vanno tutelati e messi nelle condizioni più idonee e in sicurezza per poter effettuare il loro lavoro, non sottovalutiamo la loro importanza che purtroppo oggi giorno si traduce in mancanza. Condividiamo la fiducia nelle scienze mediche e non mediatiche, per arginare tutto questo serve la collaborazione da parte di tutti.

Bibliografia:

  1. Rational use of personal protective equipment for coronavirus disease 2019 (COVID-19) – World Health Organization – 27 February 2020.
  2. https://doi.org/10.1016/S2213-2600(20)30134-X
  3. https://doi.org/10.1089/jam.2007.0610
  4. https://doi.org/10.1016/j.ijnurstu.2020.103567
  5. Personal protective equipment (PPE) needs in healthcare settings for the care of patients with suspected or confirmed novel coronavirus (2019-nCoV) – ECDC technical report – February 2020.

Tag: